Jazz Composition - Teoria e Pratica. BERKLEE PRESS. LIBRO E CD.
LIBRO METODO DI MUSICA JAZZ CON CD.
SPARTITI PER PIANOFORTE CON ACCORDI E PENTAGRAMMA.
IN ITALIANO
Autore : Ted Pease
Formato : Libro + CD
Pagine:246
Frutto di venticinque anni di insegnamento di jazz composition presso il Berklee College of Music, un trattato che illustra in modo competente ed esaustivo l'argomento della composizione jazzistica.
Un intento sicuramente molto ambizioso. Ma d'altro canto l'autore dichiara subito che tra gli scopi principali dell'opera vi è quello della “de-mitizzazione” della figura del jazz composer: far uscire dall'alone di mito e di mistero il compositore jazz, che - anche quando è dotato di grande talento naturale - ha di certo assimilato molte conoscenze e competenze, che gli danno piena consapevolezza nel suo operare.
Per introdurre il lettore a questo mondo, Pease, dopo una parte introduttiva che riassume alcuni aspetti di base, snocciola uno dopo l'altro argomenti fondamentali, che vanno dalle tecniche di sviluppo della melodia ad approfondimenti del tessuto armonico, da riflessioni sul ritmo e sugli aspetti metrici a una approfondita disanima delle forme del jazz (dal blues e le song, fino alle cosiddette composizioni estese). Un'opera fondamentale per chiunque ami e si occupi di scrittura jazzistica.
Indice
Esempi Registrati vi
Prefazione viii
Introduzione ix
Cos’è il jazz? ix
Cos’è la Jazz Composition? ix
Prerequisiti: di quali conoscenze ho bisogno? ix
Riconoscimenti e Ringraziamenti x
L’Autore xi
Il Traduttore xii
Come Usare questo Libro e il CD Allegato xii
Elementi di Base xiii
Scale xiii
Modi xiii
Tensioni xiv
Note di Approccio e Altri Abbellimenti Melodici xvi
Anticipi e Ritardi xvii
Note Guida xvii
Capitolo 1. Approfondimenti sulla Melodia 1
Definizioni 1
Esercizio 3
Ritmo Melodico 4
Densità del Ritmo Melodico in Funzione di uno Stile 5
Esercizio 7
Le Scale in Uso 10
Modelli Intervallari 11
Esercizio 13
Variazioni della Melodia con l’Interscambio Modale 16
Esercizio 17
Tecniche di Costruzione della Melodia e Principi Formali 18
Ripetizione 18
Sequenza 19
Trasformazione Motivica 21
Manipolazione Melodica di un Motivo 21
Esercizio 22
Motivi Basati su Modelli Intervallari 26
Esercizio 27
Melodie Basate su Note Guida 28
Esercizio 29
Manipolazione Melodica di una Linea di Note Guida 30
Esercizio 32
Melodie Basate su Linee Composte 34
Esercizi 36
Frasi Antecedenti e Conseguenti 37
Esercizi 40
Il Profilo Melodico e la Sua Estensione 42
Climax 42
Esercizi 43
01. jazz composition 1 ita:02. jazz composition 1 ita 26-01-2010 16:08 Pagina iii
iv
Tensioni Melodiche in Funzione dello Stile 44
Esercizi 45
Fonti - Approfondimenti sulla Melodia 46
Capitolo 2. Approfondimenti sull’Armonia 51
Armonia Tonale (Tonalità Maggiore) 52
Esercizi 55
Armonia Tonale (Tonalità Minore) 57
Esercizi 60
Armonia Modale 62
Rivolti dei Voicing Quartali 66
Accordi di Approccio nell’Armonia Modale 68
Melodie Modali 70
Esercizi 72
Variazioni Armoniche Tramite l’Interscambio Modale 76
Esercizio 79
Armonia Cromatica 80
Ritmo Armonico (e Densità) 81
Modulazioni 83
Esercizi 86
Ostinato 88
Esercizio 89
Rivolti e Altri Slash-Chord 90
Il Pedale e le Strutture Costanti 92
Esercizio 93
Il Pedale e il Pandiatonicismo 95
Esercizi 96
Armonizzazione 97
Esercizi 101
Riarmonizzazione 104
Esercizio 107
Fonti - Approfondimenti sull’Armonia 109
Capitolo 3. Il Blues e la Forma Song 111
La Forma 111
Il Blues 113
Il Blues: La Struttura Armonica 113
Il Blues: La Struttura Melodica 119
Esercizi 123
Fonti - Il Blues 126
Rhythm Changes 127
Esercizio 131
Fonti - Rhythm Changes 132
La Forma aaba 132
Esercizio di Riscaldamento 136
Fonti - Forma aaba 138
La Forma abac 140
Esercizi 142
Fonti - Forma abac 142
Gli Ostinati (Rivisitati) 143
Esercizi 145
Fonti - Ostinati 146
La Forma abcd 146
Esercizi 148
01. jazz composition 1 ita:02. jazz composition 1 ita 26-01-2010 16:08 Pagina iv
v
Brani Through-Composed 149
Esercizio 158
Esercizi 159
Fonti - Brani Through-Composed 163
Capitolo 4. Considerazioni su Come Arrangiare e Strutturare un Brano 164
Far Suonare la Tua Musica 164
Scrivere un Soli a Due Parti 165
Esercizi 166
Scrivere un Background/Come Ricavare un Contrappunto dalle Note Guida 167
Esercizi 169
Introduzioni, Interludi e Finali 172
Il “Chorus dell’Arrangiatore” 173
Group Effort 174
Esercizi 176
Fonti 177
Capitolo 5. Considerazioni Metriche 178
Modulazioni Metriche 182
Esercizi 183
Fonti 184
Capitolo 6. Fusion 185
La Melodia nella Fusion 186
L’Armonia nella Fusion 186
Il Ritmo nella Fusion 187
La Strumentazione nella Fusion 187
Capitolo 7. Forme ad Episodi 197
In Celebration of Saxophones 197
Esercizi 201
Fonti - Composizioni a Episodi 201
Capitolo 8. Composizione Motivica 202
Esercizi 202
Strutture Interne nelle Composizioni Motiviche 205
Dinamic Duo - Strutture Interne 207
Esercizi 211
Fonti - Composizioni Motiviche 212
Capitolo 9. Composizioni Estese 213
Continuità Motivica nelle Composizioni Estese 215
La Struttura Esterna per le Composizioni Estese 222
Le Strutture Interne per le Composizioni Estese 223
Strutture Interne in Initiations 224
Strutture Interne in Reflections 228
Strutture Interne in This Is What We Do 231
Esercizio 235
Bibliografia 236
Piccolo Dizionario Tecnico 238
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Introduzione
Cos’ è il Jazz?
Tentare di definire il jazz è come tentare di descrivere il colore verde ad un daltonico.
Su questo tema sono stati versati fiumi di inchiostro ed impiegati numerosi argomenti.
Le mie personali definizioni di cosa siano il jazz e la jazz composition non vogliono essere
dei dogmi, ma, piuttosto, rendere chiari gli obiettivi di questo libro.
Dal mio punto di vista, il jazz è un’importante ed esclusiva forma di arte Americana, con
origini Afro-Americane databili al XIX e all’inizio del XX secolo, che negli ultimi cento
anni circa, si è sviluppata in un linguaggio musicale molto complesso che ha il suo fulcro
nell’improvvisazione, nell’elasticità ritmica e nell’espressione individuale. La musica jazz
è caratterizzata dagli assoli strumentali, dalle melodie e dai ritmi sincopati, dall’uso di
disposizioni e successioni armoniche di carattere idiomatico, da una strumentazione peculiare,
e da un approccio alle esecuzioni strumentali e vocali profondamente personalizzato.
Cos’è la Jazz Composition?
La composizione jazzistica implica l’utilizzo di specifiche combinazioni di elementi
ritmici, armonici e melodici, che messe insieme danno vita a forme idiomaticamente
riconoscibili (vedi il blues o le forme song) o a lavori più estesi in cui lo sviluppo motivico
può giocare un ruolo importante. Nel corso dei decenni la composizione jazzistica si è
evoluta, insieme alle esecuzioni jazzistiche, in un’arte disciplinata che spesso offre grandi
e composite profondità emotive.
Quando penso ad un compositore o ad un brano di ambito jazzistico, il mio pensiero va
immediatamente a Duke Ellington. Successivamente mi vengono in mente altri nomi:
Billy Strayhorn, Don Redman, Jimmy Mundy, Jelly Roll Morton, Charlie Parker, Dizzy
Gillespie, Tadd Dameron, Thelonius Monk, Charles Mingus, Horace Silver, George
Russel, Gil Evans, Dave Brubeck, Chick Corea, Thad Jones, Herbie Hancock, Wayne
Shorter, Bill Holman, Bob Brookmeyer, Jim McNeely e Maria Schneider. Questi
compositori (e molti altri) hanno dato contributi significativi al patrimonio del jazz, sia con
brani indimenticabili che con elaborati lavori estesi. Questo libro parla del loro operato.
Prerequisiti: di quali conoscenze ho bisogno?
Per trarre pieno vantaggio da questo libro, devi avere una conoscenza funzionale dei
principi della teoria musicale. Devi avere familiarità con la notazione in chiave di violino e
di basso, le scale maggiori e minori, i modi, gli intervalli, la formazione di accordi a tre e
quattro voci. Può essere utile avere consuetudine con musica scritta su lead sheet (spartito
con linea melodica e sigle - N.d.T.) e/o piano sheet (spartito per pianoforte - N.d.T.) ed
avere così facile accesso ai “legal” fake book (raccolte di brani molto diffuse tra i
musicisti jazz - N.d.T.).
L’autore considera che tu abbia perlomeno una piccola raccolta di incisioni jazzistiche e
che tu abbia ascoltato per un po’ di tempo i principali musicisti, sia del passato che
contemporanei. Ancora più importante, per ottenere i migliori risultati dallo studio di
questo testo, è che tu abbia una certa pratica di esecuzione jazzistica - o almeno un po’ di
esperienza nell’improvvisare su un blues o su uno standard.
ix
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x
Riconoscimenti e Ringraziamenti
Per il supporto logistico ed editoriale:
Dave Kusek, Associate Vice President, Berklee Media
Debbie Cavalier, Director of Content, Berklee Media
Rick Mattingly, Editor
Susan Gedutis, Writer/Editor, Berklee Press
Shawn Girsberger, Production Manager
MusiComp, Inc., Music Engraving
I miei colleghi del Dipartimento di Jazz Composition presso il Berklee College of Music:
Ken Pullig, Preside
Scott Free, Professore
Jeff Friedman, Professore
Greg Hopkins, Professore
Dick Lowell, Professore Associato
Bob Pilkington, Professore Associato
Jackson Schultz, Professore Associato
Bill Scism, Professore Associato
Phil Wilson, Professore
Il Quintetto:
Greg Hopkins, tromba e flicorno
Daryl Lowery, sassofono tenore e soprano
Tony Germain, pianoforte
John Repucci, contrabbasso
Dave Weigert, batteria
Il Quintetto di Sassofoni:
Larry Monroe, sassofono contralto
Bruce Nifong, sassofono contralto
Bill Pierce, sassofono tenore
Greg Badolato, sassofono tenore
Joe Calo, sassofono baritono
La big band:
trombe: Jay Daly, Jeff Stout, Greg Hopkins, Ken Cervenka
tromboni: Tony Lada, Phil Wilson, Rick Stepton, Pete Cirelli
ance: Mark Pinto, Bruce Nifong, Greg Badolato, Bill Pierce, Joe Calo
pianoforte: Brad Hatfield
contrabbasso: Dave Clark
batteria: Joe Hunt
MIDI arranging, production e performance dei brani in stile fusion
(un grazie speciale, Emir!):
Emir Isilay
Tecnici del suono:
Big band: Don Puluse, Berklee College of Music Studios
Quintetto: Bob Patton, Thin Ice Productions, North Andover, MA
Promotori:
Ken Dorn and David Gibson della rivista Jazz Player
Ron Keezer di <ReallyGoodMusic.com>
The National Endowment for the Arts per aver finanziato la composizione Suite for Jazz Band
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Mentori (un ringraziamento speciale per la vostra pluriennale guida e presenza):
Herb Pomeroy Bob Freedman
Ray Santisi William Maloof
John LaPorta John Bavicchi
Joe Viola Richard Bobbitt
Robert Share Alan Dawson
Un ringraziamento speciale a tutti i musicisti e gli insegnanti le cui parole e opere
mi hanno illuminato e affascinato durante la mia carriera:
George Brambilla Andy McGhee
Bob Brookmeyer Larry Monroe
Steve Brown Chuck Owen
Jerry Cecco Jim Progris
Bob Curnow Michael Rendish
Bill Dobbins George Russell
Michael Gibbs Daniel Ian Smith
Bill Holman Al Steger
Greg Hopkins Alan Ulanowsky
John LaBarbera James Williams
Alfred Lee Dick Wright
Everett Longstreth Ed Xiques
Un ringraziamento speciale per aver suonato la mia musica in questi anni:
Daniel Ian Smith and the Big and Phat Jazz Orchestra
Larry Monroe and the Berklee Faculty Concert Jazz Orchestra
Annual Jazz Composition Department Faculty Concert: “Fall Together”
(Un ringraziamento speciale a Bob Pilkington e Ken Pullig)
L’amministrazione del Berklee College of Music:
Lee Eliot Berk, President
Gary Burton, Executive Vice President
Harry Chalmiers, Vice President Academic Affairs/Provost
Bob Myers, Associate Vice President for Institutional Research
Un ringraziamento speciale alla mia famiglia:
Mia moglie Lucy; mia figlia Melissa; mio figlio Gary e la sua famiglia; mia figlia
Allison e la sua famiglia.
L’Autore
Ted Pease, benemerito professore di Jazz Composition, è membro della facoltà del
Berklee College of Music dal 1964. È coordinatore della divisione di professional writing
e del dipartimento di arrangiamento. Oltre a questo libro, ha scritto alcuni testi
di arrangiamento che sono stati usati al Berklee College of Music per più di 25 anni.
Ha avuto riconoscimenti inerenti alla disciplina della jazz composition dal National
Endowment for the Arts. Otto sue composizioni si trovano nel CD BIG BAND BLUES
CELEBRATION. È stato riconosciuto come “exceptional artist” dal Massachusetts
Cultural Council’s Artist Grant Program. Collabora con la rivista Jazz Magazine.
In 40 anni di esperienze professionali come batterista, si è esibito con Herb Pomeroy,
Ray Santisi, George Mraz, John LaPorta, Charlie Mariano, Toshiko Akihoshi, Red
Norvo, Lee Konitz, Greg Hopkins, Tony Lada e Dick Johnson. Inoltre, in ambito
accademico, il professor Pease è anche un relatore e un giurato di grande esperienza.
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Il Traduttore
Roberto Spadoni, chitarrista, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra e didatta, è
direttore della collana “Jazz Theory” per l’editore Volontè & Co. Svolge attività didattica nei
Dipartimenti di Jazz nei Conservatori di Musica di Frosinone, Bologna, Ferrara, Cosenza e
Perugia. È stato premiato dai principali concorsi di composizione ed arrangiamento per Jazz
Orchestra in Italia. Ha insegnato, insieme a un grande numero di illustri colleghi, in importanti
seminari nazionali tra cui Chieti in Jazz, Siena Jazz, Isolajazz, Arquatojazz. Ha pubblicato
diversi CD da leader, come compositore/arrangiatore, direttore d’orchestra e chitarrista. Ha
collaborato con moltissimi musicisti tra cui: K. Wheeler, G. Schuller, B. Tommaso, G. Trovesi,
J. Newton, E. Zigmund, R. Cuber, Trio Taylor- Danielsson-Erskine con l’Orchestra Giovanile
Italiana, Grande Orchestra Nazionale dell’A.M.J., Big Band Città di Udine con Jack Walrath,
I.I.C. Orchestra – Berlino, Sidma Jazz Orchestra, Orchestra Belcanto (Pierino e il Lupo), le
Orchestre Jazz dei Conservatori di Napoli, Vicenza, Frosinone, Ferrara. Ha partecipato a
numerosi festival jazz tra cui: Roccella Jonica, Gezziamoci - Matera, Terni Jazz Fest, Jazz
Image – Villa Celimontana (Roma), Metastasio Jazz (Prato), Archeojazz (Roma), New
Direction – Vicenza. Ha realizzato alcuni importanti progetti commissionati da festival di jazz.
xii
Come Usare questo Libro e il CD Allegato
Studiando il testo, ascolta dal CD gli esempi musicali correlati. Ascolta ogni esempio più
volte, in modo di averne ben chiaro il sound. Completa gli esercizi suggeriti applicando le
diverse tecniche. Scrivi gli esercizi con attenzione e verifica la sonorità al pianoforte.
Se necessario, chiedi ad un pianista di aiutarti. Se possibile, registra i tuoi esempi. Se usi un
software di scrittura musicale, puoi far suonare i tuoi esempi al computer per ascoltarli. Anche
se sembra superfluo dirlo, un insegnante esperto può essere di grande aiuto per guidarti nello
studio di questo testo e per verificare i tuoi lavori. Se ne hai la possibilità, puoi anche scrivere
le parti singole per gli strumenti e far eseguire i tuoi brani in tempo reale.
Analizza la tonalità/modalità e la forma dei brani riportati nel libro. Chiediti: “C’è qualche
elemento motivico in questa melodia? Ci sono parti della melodia che si ripetono? C’è qualche
particolare figura ritmica? Quali altri elementi di questo brano sono degni di attenzione?” Suona
o canta il tema con la registrazione. Com’è il profilo della melodia? L’estensione supera quella
della tua voce o del tuo strumento? La melodia si sviluppa in maniera fluida, o ci sono alti e
bassi? Riesci a ricordarti la melodia in un momento successivo della giornata? Ti trovi a cantarla
o a fischiettarla? Se la risposta è positiva, che cosa di quella melodia ti è rimasto in mente?
Sono disponibili altre preziose risorse supplementari per un aspirante jazz composer. Se hai
bisogno di aiuto riguardo alle tecniche di arrangiamento (voicing, armonizzazione delle note di
approccio, strumentazione, la teoria delle chord-scale, etc.) ti suggerisco di accompagnare questo
testo con Modern Jazz Voicings di Ted Pease e Ken Pullig (Berklee Press, 2001– Edizione
Italiana: Volonté & Co., 2009). Inoltre, procurati qualcuno dei vari New Real Book nella versione
legal, per farti un’idea della notazione musicale e dell’impostazione grafica di uno spartito.
La Sher Music Company ne ha pubblicati alcuni, distribuiti da Hal Leonard Corporation.
Alla fine di molti capitoli troverai una lista di fonti o di brani che hanno a che vedere con gli
argomenti appena trattati. La maggior parte dei brani che ho citato sono stati scritti da
musicisti di jazz pensando ad esecuzioni di carattere jazzistico. Ci sono alcuni riferimenti a
standard scritti da Duke Ellington, Jerome Kern, Cole Porter, George Gershwin e altri, che
sono stati a lungo associati ad esecuzioni jazzistiche e che possono essere di aiuto per far
ulteriormente luce su argomenti in corso.
Se sei abbastanza interessato al jazz, tanto da aver acquistato questo libro, è molto probabile che
tu lo abbia suonato per un certo periodo. È possibile anche che tu abbia una certa esperienza
professionale. Ovviamente avrai ascoltato dei dischi di jazz e sarai rimasto affascinato in qualche
modo da quello che hai sentito. Ora stai tentando di riprodurre quel sound sul tuo strumento.
È giunto il momento di saper ricostruire quel sound anche nella scrittura musicale!
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Introduzione
alla versione in Italiano
L’obiettivo che Ted Pease si è posto scrivendo questo trattato, è senz’altro arduo e non privo di
pericoli. Ripromettersi di illustrare in modo esaustivo l’argomento della composizione jazzistica
in un unico testo appare da subito, per chi conosce la materia, un progetto molto ambizioso.
D’altro canto, è anche importante far uscire dall’alone di mito e di mistero il compositore jazz,
che - anche quando è dotato di grande talento naturale - ha di certo assimilato molte conoscenze
e competenze, che gli danno piena consapevolezza nel suo operare. Questo aspetto,
la “de-mitizzazione” della figura e della produzione del jazz composer, viene dichiarato
immediatamente dall’autore tra gli scopi principali dell’opera, nelle prime righe del libro.
Vale la pena ricordare anche che il manuale è il frutto maturo di una pratica venticinquennale
di insegnamento di questa e altre discipline presso il Berklee College of Music.
Per introdurre il lettore a questo mondo, Pease, dopo una parte introduttiva che riassume alcuni
aspetti di base, snocciola uno dopo l’altro argomenti fondamentali, che vanno dalle tecniche di
sviluppo della melodia ad approfondimenti del tessuto armonico, da riflessioni sul ritmo e sugli
aspetti metrici a una approfondita disanima delle forme del jazz (dal blues e le song, fino alle
cosiddette composizioni estese). In particolare, inserisce nella didattica e nella divulgazione
jazzistica legata alla scrittura musicale una serie di tecniche compositive provenienti dal mondo
classico, quali lo sviluppo motivico, l’alterazione di frammenti melodici tramite l’aumentazione
e la diminuzione, e poi ancora le inversioni, i retrogradi, le sequenze, le frasi antecedenti e
conseguenti, unitamente a prassi più consuete quali l’utilizzo delle note guida e delle blue note o
le manipolazioni ritmiche e le sincopazioni di una melodia. Questo strumentario, che potrebbe far
storcere il naso a qualche purista - perso nell’idea del jazzista selvaggio e geniale, inconsapevole
e istintivo -, permette di approcciare, e di rileggere e analizzare, con uno sguardo nuovo le opere
dei grandi songwriter come dei grandi autori di jazz. Il che porta ad un’altra considerazione
importante sulla via della de-mitizzazione della composizione in area jazzistica: evidentemente,
in un modo o nell’altro, quelle persone sapevano cosa stavano facendo, o perché avevano
studiato (e molti, moltissimi lo avevano fatto!) o perché ci erano arrivati con percorsi autonomi
e articolati (gli esempi di personaggi come John Coltrane o Charles Mingus possono essere
illuminanti) o per entrambe le cose.
Per fornire al lettore l’opportunità di arricchire il suo vocabolario tecnico, si è scelto nella
traduzione di inserire - in alcuni casi - a fianco ai termini tradotti i relativi vocaboli in inglese tra
parentesi, poiché riteniamo che chi si occupa o si voglia occupare di questa musica, da
professionista o da appassionato, debba conoscerli anche e soprattutto in lingua originale.
Appaiono alcuni termini non tradotti: o sono quelli che normalmente si usano tra musicisti anche
quando si parla in italiano (ad esempio background o riff), o che non hanno una diretta
traduzione nella nostra lingua e che richiederebbero lunghe e macchinose parafrasi. Questi
vocaboli sono riportati in corsivo nel testo, e per tutti è stato usato sempre e solo il singolare, a
parte quelli di uso molto comune come, ad esempio, “voicing” o “jazz”. Per quanto riguarda le
partiture con i vari esempi, la tendenza è stata quella di tradurre i commenti, le didascalie, utili ad
una approfondita analisi dei frammenti proposti, ma lasciando alcune diciture più tecniche in
inglese (come i nomi degli strumenti o le indicazioni di tempo o di stile), perché anche esse
universalmente utilizzate da esecutori e arrangiatori.
La presente opera forma con i due testi già editi in italiano e pubblicati da Volonté & Co.
(Modern Jazz Voicings di Ted Pease e Ken Pullig; Arranging for Large Jazz Ensemble di Dick
Lowell e Ken Pullig), un trittico sulla scrittura jazzistica che non può mancare nella libreria di
chiunque ami e si occupi di queste discipline. Per concludere, si è ritenuto utile stilare un
“Piccolo Dizionario Tecnico” dei principali termini in lingua inglese: è uno strumento che può
rivelarsi molto utile, soprattutto per chi ha meno consuetudine con la materia.